Ho incontrato la dottoressa Marilena Mangiardi, medico specialista Neurologo presso reparto Stroke Unit Ospedale San Camillo- Forlanini Roma, abbiamo affrontato un tema rilevante in questo periodo di pandemia che interessa, ahimè, bambini e adolescenti. La salute mentale, infatti, è un delicato ed importante problema che interessa un numero rilevante dei nostri ragazzi , argomento di cui le Istituzioni dovrebbero occuparsi.
Per meglio comprendere lo stato delle cose ho posto alcune domande alla dottoressa Mangiardi, fonte autorevole e certa per trattare questo problema.
1) IN CHE MODO LA PANDEMIA DA SARS-COV-19 HA IMPATTATO SULLA SALUTE MENTALE DI BAMBINI ED ADOLESCENTI NEL MONDO?
Nel mondo la popolazione compresa tra i 10 ed i 19 anni, costituisce circa il 28% della popolazione generale, e secondo gli studi scientifici, sembrerebbe essere la fascia di età maggiormente colpita da disturbi piscologici relativi alla pandemia.
Infatti, le modalità di prevenzione applicate nel mondo per contrastare la diffusione dell’infezione da Sars-Cov 19, quali isolamento e distanziamento sociale, continuano ad avere effetti negativi anche a lungo termine, nei bambini e negli adolescenti, rispetto alla popolazione adulta. In particolare, queste circostanze, hanno generato ansia, stress e senso di abbandono ed impotenza.
Le cause di questo impatto possono avere molteplici spiegazioni: maggiore vulnerabilità nell’età dello sviluppo; presenza di “bisogni speciali”, condizione di alterata salute mentale pre-esistente, condizioni economiche e familiari sfavorevoli .
2) QUALE E’ STATO L’IMPATTO DELLA PANDEMIA SULL’APPRENDIMENTO SCOLASTICO IN BAMBINI ED ADOLESCENTI?
Purtroppo, la chiusura delle scuole e delle università, a livello nazionale ed internazionale, ha influenzato negativamente il processo educativo e di apprendimento di circa il 90% degli studenti.
Il loro confinamento a casa, ha incrementato il senso di ansia ed incertezza riguardo al futuro, attribuibile alla frammentazione educativa ed alla assenza di opportunità di socializzazione e di attività ricreative.
Alcuni bambini hanno manifestato una ridotta affettività ed una maggiore dipendenza dalle figure genitoriali, a causa della ridotta interazione sociale in ambiente scolastico. Inoltre, per alcuni ragazzi la riapertura delle scuole dopo lunghi periodi di “lockdown” è stata vissuta come un evento negativo in quanto presentavano difficoltà a ristabilire rapporti sociali “face to face” sia con gli insegnanti che con i loro coetanei.
Infine, queste misure di distanziamento sociale hanno incrementato l’utilizzo compulsivo di internet e social media, con accesso non controllato, tale da rendere bambini ed adolescenti maggiormente vulnerabili e vittime di bullismo e/o abuso.
3) QUALI LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA SU BAMBINI CON BISOGNI SPECIALI?
Circa un bambino su sei, di età compresa tra i 2 e gli 8 anni, presenta “bisogni speciali” (autismo, disturbo dell’attenzione e/o dell’apprendimento, paralisi cerebrali, disabilità mentali e/o fisiche).
Questa popolazione speciale, ha maggiormente risentito dell’impatto negativo della pandemia ed i loro disturbi si sono aggravati a causa delle restrizioni e dell’ambiente sociale sfavorevole (unfriendly) che contrastava con la loro precedente routine. La chiusura di centri dedicati, la mancata accessibilità a risorse materiali e umane, la impossibilità di comprendere la pandemia, hanno comportato una regressione sociale e ricaduta dei sintomi, con conseguente conflitto tra genitori e figli.
4) QUALI SINTOMI NEUROPSICOLOGICI HANNO MANIFESTATO PIU’ FREQUENTEMENTE BAMBINI ED ADOLESCENTI IN CORSO DI PANDEMIA?
Vari studi scientifici condotti su una popolazione pediatrica di età compresa tra 3 e 18 anni, hanno dimostrato come la pandemia abbia favorito la comparsa di vari sintomi neuropsicologici.
In particolare si è osservato un aumento della irritabilità, maggiore difficoltà attentiva, disturbi del sonno con incubi frequenti, apatia, svogliatezza, scarso appetito.
Basandosi su questionari compilati dai genitori, è emerso che i bambini manifestavano maggiore senso di insicurezza, si sentivano impauriti ed in alcune circostanze, abbandonati.
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