L’ABBRACCIO della mamma può fare miracoli, anche ridurre la percezione del dolore nei bimbi.
Uno studio italiano, pubblicato su “Pediatrics” mostra che lasciare il bimbo tra le braccia materne durante un prelievo di sangue ha un’influenza positiva visibile anche nella corteccia cerebrale.
” I ricercatori dell’IRCCS Burlo Garofolo a Trieste, guidati da Sergio Demarini, hanno sottoposto 80 bambini sani appena nati a un esame del sangue tramite puntura del tallone. Prima di farlo li hanno però divisi in quattro gruppi assegnando a ogni gruppo un diverso tipo di sollievo dal dolore: acqua zuccherata mentre erano su un fasciatoio; latte materno in biberon mentre erano su un fasciatoio; acqua zuccherata mentre erano tenuti in braccio dalle loro madri; latte materno direttamente dal seno. I ricercatori hanno osservato le espressioni di dolore e anche usato un dispositivo non invasivo, la Spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS), per misurare i cambiamenti del livello di ossigeno nel loro cervello, come un modo per rilevare quali aree venivano attivate dal dolore. I diversi metodi erano associati a diverse risposte nel cervello.
Il fatto stesso di stare in grembo alla madre ha mostrato il più grande effetto analgesico, sia se combinata sia con acqua e zucchero che con l’allattamento al seno. Con l’acqua zuccherata, sembra esserci meno trasmissione del dolore nella corteccia cerebrale, rispetto al latte materno somministrato col biberon se i bimbi erano sul fasciatoio. L’acqua zuccherata, infine, si è dimostrata più efficace se somministrata mentre il bimbo era in braccio alla mamma.
Già in passato altre ricerche avevano messo in evidenza l’effetto positivo delle coccole sui neonati. Riducono lo stress e favoriscono il riposo, migliorando lo sviluppo neuro-comportamentale. Per questo, per la prima volta in Italia, sono state inserite tra le cure offerte, all’ospedale Maria Vittoria di Torino, ai neonati ricoverati in Terapia intensiva. L’iniziativa è dell’associazione ‘Le Coccole di Mamma Irene’, dal nome della giovane stroncata lo scorso anno da un aneurisma cerebrale mentre metteva al mondo la figlia, Emma Maria.
Creata dal marito e dalla sorella di Irene, l’associazione vuole prendersi cura di neonati e bambini ospedalizzati. Da novembre, dopo un corso di formazione, i volontari, regolamentati da apposita convenzione, si prenderanno cura dei piccoli ospiti del reparto, su indicazione medica, con una presenza fatta di calore e di coccole, di momenti di musica e lettura di favole.
Soprattutto, di vicinanza”.
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