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Apriamo le scuole anche in estate?

29 Giugno 2017

Tre mesi di vacanza sono tanti, più di qualcuno sostiene che sono troppi. C’è una richiesta che diventa sempre più insistente: aprire le scuole anche durante l’estate. Lo chiedono a gran voce tanti genitori alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che risponde che rivoluzionerà il mondo della scuola.  E gli italiani, tutti, sperano in questa rivoluzione. Si, perché quando finisce la scuola è davvero complicato gestire la quotidianità dei propri figli specialmente quando non si hanno le possibilità economiche.  Le famiglie…

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IL WEB SA ABBRACCIARE FORTISSIMO 

Quello appena finito è stato un fine settimana speciale.
Le cose speciali, si sà, rendono la vita migliore a chi ne è protagonista ma anche a chi gli è vicino,come una luce riflessa, nella vita reale ma ancora più facilmente nel web, dove si abbatte ogni barriera di spazio e di tempo.

Ed è per questa ragione che voglio condividere con voi (tutti) il sorriso di questi giorni. Un sorriso che, finalmente, a volte capita ed hai bisogno di urlarlo a chi senti vicino, a chi ci crede, a chi ti vuole bene e ti supporta in ogni modo, come può, com’è nelle proprie corde, nel suo modo di vivere.

Ma tu lo senti sempre quando c’è questo sentimento ed io mi sento fortunata perché mi accorgo, ogni dì, di avere persone che mi vogliono bene e che, udite udite, gioiscono delle mie gioie, sorridono se mi vedono sorridere.

 Il che non è una banalità, anzi.

Ve lo giuro, non esiste una soddisfazione così da gonfiare cuore e pensiero e darmi la

consapevolezza che qualcosina-ina-ina di buono la faccio pure io e l’entusiasmo per continuare a fare ciò che voglio fare.

Tutto questo giro di pensieri ed emozioni per raccontarvi che sabato mattina mi è arrivato un messaggio, che cito testualmente, da un amico che dice : “Compra Vero….” (il settimanale che vende 500.000 copie a settimana, se non erro il più venduto d’Italia).

Io ero al parco con mio figlio, dopo qualche scivolata vado in edicola, compro VERO e boom: ci sono io!

 A pagina 82 e per tutta la pagina ci sono io, la mia faccia, il mio blog, la mia storia. 

Mi sono così emozionata che sono riuscita a leggere l’articolo verso le 18,00. Non scherzo, dovevo calmarmi. 

Quella pagina ha attivato nel mio cervello tutto quello che è stato, ho visto il mio impegno riconosciuto e questo è già tantissimo. 

Ma quello che ho avuto dopo è stato ancora meglio: l’affetto di tutte le persone che mi hanno stretto l’occhio e dato una pacca sulla spalla da Facebook a Whatsapp, da Twitter a Instagram, passando per smartphone o da una semplice telefonata. Tutto questo tripudio di presenze mi ha ricordato,semmai lo dimenticassi, che vale sempre la pena impegnarsi in ciò che si crede.

Fatelo, fatelo tutti perché tutti, come me, potete farlo. 

Impossibile è una parola sconosciuta.

BABY REGINA D’INGHILTERRA 

Da quando mamma Kate ha messo le sue foto sul profilo Twitter ufficiale di Kensington Palace, la piccola Charlotte è diventata sovrana indiscussa dei social.
Simpatica e bellissima ha, infatti, in pochissime ore ha avuto un incredibile successo.

Ha compiuto 1 anno lo scorso due maggio ed ha già fatto il suo debutto sul balcone di Buckingham Palace. 

La principessina Charlotte, in braccio a mamma Kate, si è affacciata per la prima volta, incantando la folla con un abitino rosa.

E anche noi dall’Italia la guardiamo incantati, forse perché ci sembra una favola o forse perché questa piccola principessa ci dice che le favole esistono. 

Certo è che se nasci in una famiglia reale la favola è agevolata però.

Ma sognare non è certo vietato a noi comuni mortali.

FIGLI MASCHI

Siamo mamme.
Siamo mamme di figli maschi. 

E non è semplice. In questa società che inesorabilmente si evolve e spesso (ahimè) anche in peggio, noi mamme di BOYS abbiamo il dovere di educarli soprattutto al rispetto della sfera femminile in toto. 

Ci aspetta un lavoro delicato fatto di sensibilità e fermezza, amore e dovere. Prima iniziamo e meglio è, senza dubbi, senza titubanze.

Dobbiamo insegnare ai nostri figli il rispetto per il sesso femminile, dobbiamo insegnare loro a imparare dalle femmine e a non avere pregiudizi sessisti. 
Ma nella pratica cosa bisogna fare?
Ho studiato diversi pareri autorevoli in merito che ora provo a sintetizzare ed elencare per voi:
1- Coinvolgetelo in attività femminili: 

Per esempio fategli apparecchiare la tavola, cucinate insieme,ecc. Così si abituerà ad attività tipicamente femminili ;
2-Trasmettetegli il valore della Femminilità: 

E cioè che essere femmina non è segno di debolezza . Insegnategli che la donna non è debole, che essere donna è bello, e che in tutti gli uomini c’è un lato femminile, che questa è una caratteristica positiva e che denota sensibilità;
3- Incoraggiatelo a giocare con le bambine:

La scuola dell’infanzia è l’occasione giusta per fare amicizia anche con le femmine. Giocando con loro conoscerà un nuovo mondo e potrà apprezzarne diversi aspetti che ignorava ;

4- Lasciate che passi del tempo da solo con il padre:

Organizzate dei bei momenti col suo papà: una gita, una pizza, un cinema. Avere un modello lo aiuterà a sentirsi più sicuro ;
5- Siate mamme FEMMINISTE:

 Dimostrate a vostro figlio di essere donne che si fanno rispettare dagli uomini,che avete un rapporto di coppia sano e paritario così imparerà a sua volta a rispettare le donne ;
6-La vita di coppia è con vostro marito :

Vostro figlio è l’amore più grande,su questo non v’è dubbio alcuno. Ma il vostro uomo non è lui ma il padre. Mantenete degli spazi solo per voi due: uscite a cena, andate al cinema, fate vedere a vostro figlio quanto è importante la relazione tra marito e moglie.

SUCCEDE SEMPRE A SETTEMBRE 

Abbiamo finito il liceo da molti anni, ma continuiamo a dare inizio al nuovo anno a settembre.Facciamo ripartire tutto da settembre come se fosse l’1 Gennaio.

Anche se le vacanze le abbiamo fatte a luglio.

A settembre, insieme alla scuola, facciamo ripartire i nostri pensieri che vorremmo tramutare in progetti e programmi.

 Si spera e si aspetta il meglio, ci diamo una carica da motore a benzina (almeno nella testa) e via. Con le prime piogge vorremmo spazzare via il vecchio, quello che non vogliamo più o che mai avremmo voluto e la prima aria fresca ci dà idea di novità, di cose fresche, leggere. Come se ci fosse una spinta della natura che ci accompagna in una nuova direzione, una nuova dimensione che conserva solo il bello di quello che c’è stato.

Io però, lo ammetto, ogni settembre è come se la mia testa fosse dentro un pallone che rimbomba ogni volta che provo a pianificare la mia vita, quella di mio figlio, della casa e tutto il resto. 

Questo mese resta un dilemma che io puntualmente, ogni anno, non riesco a risolvere come vorrei. Penso delle cose, poi ne faccio altre e poi altre ancora. Insomma, non finisce mai come avevo programmato, come avrei voluto. È una lotta con me stessa e spesso contro me stessa. Ogni tanto vinco, il più delle volte perdo. Sarà l’ansia, la paura, gli errori di valutazione, non lo so’. Grazie a Dio però alla fine arriva sempre un rimedio per tutto,perché tutto si può mettere a posto. Quindi, lo dico a me, lo dico a voi: vietato disperarsi se le cose non vanno per come avremmo voluto.

L’importante è che vanno, stop.

L’importante è che tiriamo dritto.

L’importante è che se inciampiamo, l’attimo dopo ricominciamo a correre.

È la vita che va così e noi cerchiamo di stare al suo passo.

Senza prenderci troppo sul serio.

TERREMOTO, COSA FARE

Stamattina ci svegliamo con l’angoscia e col dolore: il centro del nostro Paese questa notte è stato devastato da un terremoto terribile per forza e per danni.Macerie e morti ovunque.

L’Italia è stata colpita nel cuore.

La forza della natura, quella vigliacca, ha colpito questa notte senza pietà.

Una tragedia enorme che ancora non ha dettagli. 

Una nazione intera sgomenta e terrorizzata.

La domanda ora più che mai è una : come difendersi da questi eventi catastrofici?

Cosa fare con i nostri bambini?

Come non farsi prendere dal panico e mettersi in sicurezza?

Certamente, quando capita di notte, mentre si dorme serenamente è ancora più difficile è spaventoso.
La protezione però civile sul suo sito fornisce una serie di consigli da seguire prima, durante e dopo un terremoto.

Proviamo a farne tesoro.


In caso di scossa, i consigli sono prima di tutto di identificare posti sicuri all’interno e all’esterno 

Sotto mobili robusti, come per esempio una pesante scrivania o un tavolo.

Contro un muro interno.

Lontano da dove vetri potrebbero frantumarsi (come nei pressi di finestre, specchi, quadri) o da dove librerie pesanti o altri mobili pesanti potrebbero cadere.

All’esterno, lontano da edifici, alberi, linee telefoniche ed elettriche, cavalcavia o autostrade sopraelevate.

 

In dettaglio,

 

Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.

Ti può proteggere da eventuali crolli

 

Riparati sotto un tavolo.

È pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso

 

Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.

Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire

 

Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.

Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami

 

Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.

Potrebbero crollare

 

Rimani lontano da impianti industriali e linee elettriche.

È possibile che si verifichino incidenti

 

Sta lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.

Si possono verificare onde di tsunami

 

Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.

Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli

 

Evita di usare il telefono e l’automobile.

È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi.

CREA,AMA QUELLO CHE FAI E SII FELICE

 
Perché scrivi? Perché hai aperto un blog?

Quanti me lo hanno chiesto, quanti me lo continuano a domandare. Ed io non sono mai riuscita a dare una risposta precisa, forse perché in realtà una sola risposta non esiste.

Forse a qualcuno sembrerà strano, qualcun’altro non comprenderà mai il perché, qualcun’altro ancora chissà dove farà arrivare l’immaginazione, chissà.

In effetti, chi glielo fa fare (penseranno) ad una mamma, così come a tante altre mamme blogger, con tutti gli impegni del quotidiano a mettersi a scrivere? A dedicare tempo ( e vi assicuro che ce ne vuole molto) dietro una tastiera, dietro un telefono, dietro notizie cercate e studiate dettagliatamente?

Pensate ad un introito economico? Mi dispiace ma non c’è, ancora non c’è.

Io ho deciso un giorno di fine ottobre, a Roma faceva caldo, c’era un sole splendido, davanti ad un caffè seduta ad un bar con un amico giornalista, dopo averci riflettuto un po’, ma davvero solo un po’ perché non vedevo grossi sacrifici da spendere e al contrario solo piacere, solo bellezza della scrittura, della comunicazione, delle relazioni. 

Seduta a quel bar sotto casa, mentre Totò era all’asilo, ho iniziato.

Ed è stato bellissimo.

Creare una cosa mia, solo mia è stato straordinario, ho guadagnato mille punti di autostima. E questa è la prima risposta che posso dare a chi mi chiede perché ho aperto un blog.

Sapete quando scrivo il più delle volte?

La sera, sul letto, quando Totò finalmente dorme e mi sento così stanca che non ricordo nemmeno il mio nome. Eccolo, è adesso che arriva il potere della

scrittura. Inizio a scrivere e libero insieme ai miei pensieri tutta la fatica del giorno, mi rilasso, trovo rifugio. Perché le parole, quelle che scrivo, sono come fari che illuminano tutti i pensieri più bui, mi fanno capire ciò che succede, mi guidano nella conoscenza e mi danno sollievo. Scrivere è un moto naturale, non si ferma ed è libero da imbarazzi, da ipocrisie,….

È il mondo ideale. Io non ne conosco uno migliore.

E questa è la seconda ed ultima risposta che posso dare, non me ne vengono altre.

Ho ancora un desiderio però : vorrei che questa passione diventasse un mestiere a tutti gli effetti, sarei felice. Ma tutto può la volontà ed io non mi arrendo. 

Non arrendetevi, credete nelle vostre capacità e andate a prendere quello che volete.

IL LORO FUTURO 

Arriva il giorno che diventiamo genitori.Impazziamo dalla gioia, la vita si sconvolge, da ora ogni cosa è per lui. Tutto si fa per lui, si progetta per lui, si vive in sua virtù.

Ogni papà, ogni mamma lo sa.

È un percorso naturale quando ami così forte ,l’ego cessa di esistere nel momento stesso in cui nostro nasce. Al primo sguardo capiamo che di tutto saremmo capaci per lui.

È grande quanto un fagiolino, nel grembo della mamma, ma noi già immaginiamo per lui la sua vita.

Chissà come sarà quando lo porteremo a casa, chissà quando inizierà ad andare all’asilo, quando avrà i suoi amici, se gli piacerà il calcio, se andrà all’università, che lavoro farà e avanti così.

Quante aspettative insieme ad ansie e paure iniziano ad affollare la nostra mente mentre ci sforziamo, oltre ogni immaginazione, di essere dei bravi genitori, di fare sempre la cosa giusta. Si, la cosa giusta.

Ma cos’è giusto davvero per i nostri figli?

Quello che per noi è giusto lo sarà anche per loro?

Cerchiamo di muovere i passi giusti per loro, ma sarà davvero così?

Questo non possiamo saperlo e ne’ lo sapremo mai perché capiterà sempre qualcosa che non avevamo previsto, inaspettatamente ci sconvolgerà i piani e ricominceremo ancora e poi ancora e ancora fino a quando avremo un alito di vita. Tutto per i nostri figli.

Di fronte al peso di questi pensieri, che forse appaiono al limite del contorto per chi non ha figli, io penso solo una cosa : che la vita può non essere come l’avremmo voluta o immaginata per i nostri figli ma l’unica cosa che conta, senza retorica, è che siano felici. L’unica ricchezza: la felicità. 

Il loro sorriso, la loro serenità, la spensieratezza, gli occhi vispi.

Perché la vita mentre la vivi ti spalanca le porte della verità. Le esperienze ti danno il peso e la misura di ogni cosa.

Alla luce di questo, io dico con certezza che: 

mi piacerebbe vedere mio figlio cittadino del mondo, parlare una lingua universale e abbracciare mille culture.

Mi piacerebbe che mio figlio fosse un uomo libero da tutto e schiavo di niente e nessuno. Mi piacerebbe vedere la passione nei suoi occhi perché fa il lavoro che ama fare. Mi piacerebbe vederlo lì dove aveva sperato di andare. 

Questo sarebbe il dato concreto che darebbe senso alla mia vita da madre. 

Vederlo amare la vita ed essere dalla stessa ripagato. E io ad un passo da lui, pronta ad incoraggiarlo se ne avrà bisogno e a fare un passo indietro se ce la farà da se.

Sarò spettatrice e fans accanita dello spettacolo della sua vita.

LONTANI DA Mr. LAMENTO 

La vita ci riserva sempre sorprese.
Spesso succedono cose brutte, problemi grandi e piccoli, difficoltà quotidiane.

 E dobbiamo affrontarli, non abbiamo altra scelta. Con forza, coraggio, dignità bisogna affrontarli ed andare avanti.

Ma c’è anche chi vive una vita normale, invidiabile, senza chissà quale guaio eppure è Mister Lamento.

Vi giuro, io per questa categoria non ho pietà, sono intollerante, devo stare almeno a 50 metri di distanza, non c’è dialogo e ne sopportazione. Non riesco nemmeno a fingere di ascoltare le loro lamentele, cantilene da commedianti. Scappo e pure di corsa.

Ci sono quelli che iniziano col lamento mattutino perché hanno passato una nottataccia e invece si sono svegliati per tre minuti di fila per andare in bagno o le mamme che recitano la parte delle stanche ed esaurite perché hanno preparato e portato il figlio a scuola. O chi, già alle otto di mattina bestemmia nel traffico, o chi ai bar fa richieste tipo: mezza tazza d’orzo macchiato freddo nel bicchiere di vetro perché ipotizzano un possibile postumo mal di stomaco ( ve lo giuro l’ho sentito con le mie orecchie!).

E questo solo per farvi un’idea mattutina di chi è Mister Lamento che poi durante la giornata, con gli impegni quotidiani, peggiora che credete!

Oppure ci sono quelli da premio Oscar, quelli che inventano e inscenano tutto di sana pianta: malattie fantasma e tragedie varie solo per elemosinare attenzioni,per essere al centro della scena, per manie di protagonismo. Sembra assurdo (ai sani di mente) ma esiste anche questo genere di persona.

Io li riassumo tutti in una sola parola: insopportabili.

Starne alla larga è l’unico rimedio per i nostri neuroni.

Sembrerebbe infatti che le vibrazioni emesse da chi si “lamenta” in nostra presenza emettono onde magnetiche sui nostri neuroni spegnendoli.

E se i neuroni si spengono, non è difficile immaginare quanto questo sia a discapito delle capacità cognitive, intellettive e umorali.

Quindi le lamentele e le negatività nuocciono a livello cerebrale.

Detto questo, mi sento in dovere di darvi un solo consiglio: se nelle vostre vicinanze scorgete un Mister Lamento, scappate!!!!

IL TEMPO CURA LE FERITE?

Il tempo è la terapia per eccellenza . 

È una terapia per le delusioni, per i cattivi pensieri , per gli amori perduti, per le verità che riporta, per la sofferenza fisica. 

Ognuno di noi ha qualcosa che il tempo curerà. 

Il tempo aiuta ad affrontare il proprio dolore e rielaborarlo. Perché è necessario provare il dolore, sentirlo, patirlo,sopportarlo e poi lasciarlo andare via, da se. Un giorno ci sveglieremo e ci sentiremo “guariti”.
Ma c’è qualcosa di cui il tempo non riesce a prendersi cura?
Si, c’è. Ed è quando perdi una persona cara, quando la perdi per sempre, quando va oltre la vita terrena. Ed è allora che non c’è riparo al dolore.

La vita va avanti, scorre e scandisce tanti momenti nuovi,cambiano tante cose ma il dolore rimane. 

Succede semplicemente che, dopo un po’, si impara a convivere con quel dolore. Si instaura, come per inerzia, una sorta di obbligata convivenza. 

E intanto la vita va da se, ti porta, ti fa volare, ti butta giù, poi ti rialza ancora e continua. 

Il dolore per la persona che non c’è più resta latente, ma si infiamma puntuale ascoltando una canzone, guardando un tramonto, a Natale, al suo compleanno, nei racconti di qualcuno, al cinema davanti a quella storia che sembra la tua. 

È come un batterio annidato nel nostro corpo, resistente a qualunque antibiotico, resta lì e non si muove. Ci fa compagnia tutta la vita, come un fido amico non ci abbandona.

Un lato positivo ci sarà pure però?

Certo che c’è. Ci sono i ricordi. I dolci e malinconici ricordi che ci rammentano la fortuna che abbiamo avuto a vivere alcuni momenti, che certo non era scontato viverli.

Quelli non può toglierceli nessuno.

Li custodiamo, gelosi, come un tesoro. E ogni volta che ne abbiamo bisogno ci fanno compagnia, ci rasserenano l’animo, ci strappano un sorriso ma anche la malinconia. Ci riportano alla memoria la gioia di quello che è stato e che, ahimè, non tornerà più ma che la nostra mente tiene viva. 

Tutto racchiude la straordinarietà della vita che dona generosa e poi toglie ma mai del tutto, lascia sempre uno spiraglio, un alito di speranza che supera la morte. 

I legami, quelli veri, non hanno confini, continuano anche dopo la morte e conoscono l’infinito. Perché di amare non si smette mai e nessuno può annullare i ricordi che riportano in vita la vita stessa e la rinnovano.