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Costume e società

A Gabriele,a chi come lui

Ho partecipato ad un concerto di beneficenza.

Un concerto per Gabriele, diventato angelo a 14 anni perché una brutta malattia ha deciso il suo destino e quello della sua bella e mite famiglia.

Un appuntamento fisso da molti anni ormai, un ricordo vivo quello di Gabriele che continua a suonare la sua chitarra attraverso la musica di suo fratello Francesco e di tutti gli altri artisti che ogni anno si ritrovano insieme mossi dall’amore che smuove le montagne e spinge a fare il bene, a farlo per tutti ogni volta che se ne ha la possibilità.

Questo è quello che vorrei che mio figlio apprendesse prima di ogni altra cosa: il dovere morale. Vorrei che da subito comprendesse che il mondo si muove con questi gesti e che se non si aiuta chi ha bisogno, chi è in difficoltà, chi soffre la vita si trasforma in un’amara realtà, vuota, misera.

Se fosse stato un pó più grande lo avrei portato con me ieri sera perché potesse vedere cosa si celava dietro ogni canzone, dietro la riffa per vincere le maglie dei calciatori famosi, dietro le tessere di abbonamento all’associazione, dietro le lacrime dopo la dedica di Francesco a suo fratello Gabriele che dal cielo lo applaudiva.

Una di quelle serate terapeutiche, che ti riportano con i piedi per terra, che assegnano la casella giusta ad ogni argomento, che selezionano le cose davvero importanti da quelle che non lo sono, segnando il tuo percorso e a cui si deve dire grazie per quello che ti regalano.

Ho conosciuto i genitori di Gabriele e mentre li ascoltavo guardavo i loro occhi, pensavo al dolore profondo, alla forza che hanno cercato e alla rassegnazione che sono riusciti a trovare. All’impegno che, con la loro piccola associazione, infondono per chi come Gabriele è un bambino sfortunato.

Ed è stato allora che ho pensato che davvero l’amore non conosce confini, perché se anche dopo la morte di un figlio si può essere speciali, come lo sono loro, c’è speranza, sempre.

E loro sono un meraviglioso messaggio di speranza!

L’associazione che hanno creato si chiama “Gli amici di Gabriele-ONLUS”, sposa una causa importante, proviamo a sposarla tutti, insieme.

Perché si può scegliere di essere persone migliori semplicemente aiutando gli altri.

Abbiamo questa possibilità: regalare la speranza!

La Scuola Digitale esiste. Ecco i dati.

” A due anni dall’avvio del Piano nazionale scuola digitale il 97% delle scuole è dotato di connessione, il 54% delle aule è adatto alla didattica digitale, nell’82% degli istituti si usa il registro elettronico, mentre il 96% utilizza il digitale per le comunicazioni con le famiglie. I numeri testimoniano un salto di qualità rispetto al recente passato: 

“Solo due anni fa tra noi e i paesi migliori c’era un gap di 15 anni in fatto di cultura digitale”, ha affermato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli intervenendo nell’ambito dell’evento in cui ha indicato i prossimi passi per consolidare l’innovazione nella scuola.“Senza cambiamenti nella scuola non c’è cambiamento nella società – ha proseguito -: è una sfida della nostra epoca che riguarda ogni singolo individuo e istituzione. Si trattai d costituire un ecosistema che metta in relazione competenze e innovazione”.
L’adeguamento infrastrutturale

Anche se i dati sulla connessione sono di tutto rispetto, “è necessario ora avere il sostegno di una maggior velocità, maggior qualità e più strumenti di innovazione”, ha aggiunto Fedeli. Per questo ha annunciato le prossime tappe della digitalizzazione della scuola, a partire da un investimento di 140 milioni per la realizzazione in chiave digitale di laboratori professionalizzanti in un’ottica di Industria 4.0. Altri 2,5 milioni saranno destinate alle aree più deboli per creare ambienti innovativi nelle scuole di periferia sperimentando il digitale come soluzione inclusiva contro la dispersione scolastica.

In ambito infrastrutturale il sottosegretario del ministero allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli ha annunciato un voucher, “già disponibile presso il Cipe”, per permettere a tutte le scuole di “avere una connessione in banda larga a 100 megabyte entro il 2020” (come anticipato ieri dal Sole 24 Ore).
L’amministrazione digitale

Altri 5,7 milioni sono previsti per la manutenzione tecnica informatica per la scuole del primo ciclo, mentre 15 milioni saranno destinati per fornire il registro elettronico a tutte le classi del primo ciclo. Nell’ambito della trasformazione digitale è previsto un design nuovo per i siti web delle scuole in un’ottica open source.
Competenze digitali strutturali

Già oggi 1,7 milioni di studenti e 25mila docenti hanno sperimentato i corsi di coding grazie al progetto “Programma il futuro”: ora sarà lanciata una call per sperimentare il pensiero computazionale strutturale dalla prima elementare all’ultimo anno delle superiori.

Ma lo sforzo deve essere soprattutto finalizzato all’innovazione didattica: per questo saranno istituiti a metà settembre tra gruppi di lavoro per la mappatura delle metodologie didattiche innovative, per la revisione delle indicazioni nazionali e per definire delle linee guide per l’utilizzo dei device personali in classe (già oggi la metà delle scuole permette il Byod).
Community di innovatori

Un grosso ruolo nella diffusione dell’innovazione didattica è demandata alla comunità degli animatori digitali, circa 30mila docenti incaricati della diffusione dell’innovazione digitale nelle scuole, che avrà a disposizione una piattaforma social di condivisione delle best practices e delle idee. Accanto a questi saranno sviluppati degli snodi regionali di innovazione didattica: 18 future labs, uno in ogni regione, per lo sviluppo di metodologie innovative e 18 centri di competenza per la formazione.

Altri 25 milioni saranno stanziati per la formazione avanzata sui temi del digitale per tutto il personale della scuola.
Tutti coinvolti

Se, come sostiene la ministra Fedeli, “l’educazione è una piattaforma abilitante per lo sviluppo dell’intero paese”, tutti sono coinvolti. “Entro il 2018 abbiamo stimato un fabbisogno di 85.000 nuovi specialisti nel digitale – ha affermato il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania – Formare questi nuovi profili ad alto grado di occupabilità è un obiettivo prioritario del Piano per la scuola digitale. Ora è il momento di concentrarci sui risultati per avere nei prossimi tre anni cambiamenti tangibili”.

Nell’ambito del coinvolgimento delle aziende private Google ha siglato ieri un protocollo d’intesa con il Miur per lo sviluppo delle competenze digitali a scuola, mentre Microsoft ha rinnovato il suo accordo per la fornitura di dotazioni digitali. ”
Pierangelo Soldavini

Quale Turismo Digitale per l’Italia

“Turismo digitale: un motore per la crescita del paese” è il convegno a cui ho partecipato pochi giorni fa a Roma, organizzato dall’associazione Italian Digital Revolution presso la Sala Gianfranco Imperatori dell’associazione Civita in piazza Venezia,11. 


In un documento il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, ha fatto il punto sulla situazione per puntare sempre di più sul binomio turismo e innovazione, simili nel coinvolgere attori pubblici e privati in modo interdisciplinare e nell’esigenza manifesta di dover riempire il gap in materia di infrastrutture, che pesa come un macigno soprattutto per quanto riguarda la parte online. Basti pensare, ad esempio, alla frammentazione dei dati che da tempo caratterizza il settore e la crescita inferiore al resto d’Europa: in Italia infatti la quota delle prenotazioni online è del 35%, mentre nel Vecchio Continente raggiunge il 45%, nonostante nel 2016 nel nostro paese hanno registrato un aumento del 3%, mentre quelle via web sono cresciute del 7%. 


L’obiettivo quindi deve essere quello di migliorare il trend positivo e ottimizzare i risultati fin qui ottenuti.

Tanti i tecnici di settore che hanno dato il proprio contributo, tantissime le persone presenti in sala, un successo per Italian Digital Revolution che in poco più di un anno di attività ha già al proprio attivo numeri da capogiro sia in termini di eventi, organizzati, personalità che ne hanno preso parte, cittadini che si sono avvicinati al digitale grazie al lavoro di diffusione fatto sul tema.


Questi risultati sono stati poi degnamente festeggiati con una serata di gala sulla meravigliosa Terrazza Civita che si affaccia su piazza Venezia.


Allego locandina dell’evento dove sono messi in evidenza tutto i nomi degli illustri relatori.

Vacanze: 7 mete sicure

Ci siamo.È arrivato il tempo delle vacanze. Anche se questo è per definizione il tempo degli attentati e della crisi economica, le famiglie italiane non rinunciano alle tanto attese “ferie estive”.

Quindi, valigia alla mano e via!

Ma dove?

Le mete sono tante e sempre più organizzate online, il c.d. Turismo Digitale continua a progredire.

La società Ig, leader globale per il trading online, ha confrontato cinque variabili e le ha confrontate paese per paese creando uno schema utile per organizzare al meglio una vacanza.

Vi riporto l’articolo integrale de La Repubblica:

” Guerre, attentati e crisi economica, in parte superata, sembrano non scoraggiare gli italiani a farsi una vacanza all’estero. Ogni anno partono in 60 milioni e molti per farlo sono disposti anche a indebitarsi. Tant’è che dal primo gennaio al 31 maggio 2017 oltre 33 milioni di euro sono stati chiesti alle più svariate finanziarie o banche per sostenere i costi di viaggi a breve, medio o lungo raggio. Più o meno l’importo richiesto è di 5.000 euro, una cifra superiore del 7,7% rispetto al periodo precedente.
 Ma dove andare per spendere poco e viaggiare sicuri?
Le mete sono tante, come i desideri dei singoli, ma un’indicazione arriva dalla società Ig, leader globale per il trading online, che ha messo a confronto cinque variabili e le ha “pesate” paese per paese. Cominciamo dalla prima, il tasso di cambio favorevole, visto che l’euro grazie a una crescita economica migliore delle attese si sta apprezzando su molte valute, sterlina compresa che, complice la Brexit è andata giù sui mercati valutari. Il secondo elemento è il costo della vita, quindi il prezzo del biglietto aereo e il rischio Paese, cioé la sua sicurezza. In ultimo il clima. In alcuni Paesi asiatici è tempo di monsoni, dunque la pioggia è assicurata, mentre in Centro America è tempo uragani.
Presi questi cinque elementi e “ponderati” per bene, ne è venuta fuori una tabella curiosa e che probabilmente non tutti seguiranno, un po’ perchè alcuni sono viaggi lontani, un po’ perché alla fine ognuno ha in mente il viaggio dei suoi sogni, tant’è che per farlo è disposto a indebitarsi. Per il viaggio aereo, il calcolo, fatto utilizzando i maggiori motori di ricerca, prevede la partenza da Roma nelle settimane centrali di agosto (dal 6 al 21), tipicamente le più care se si sceglie di viaggiare in Italia.

Ciò detto la società Ig consiglia ai viaggiatori italiani sette mete in giro per il mondo. La prima, inaspettata, è l’Uzbekistan. Un paradiso dell’Asia centrale che per anni era difficile se non impossibile raggiungere (fu incluso nell’Unione sovietica, da lì passò il treno “rosso” della rivoluzione d’ottobre), è in realtà una terra di fascino e bellezza. Alcuni siti sono parte del patrimonio Unesco. Attraversato dalla via della Seta, dove passavano i commerci e che oggi si vuole ricostruire, ha come capitale Samarcanda, con il suo imponente arco di ingresso alla città. Un luogo dove si intrecciano molte culture e ricco di minareti, scuole coraniche, moschee. Ideale per tre motivi, ha un basso costo della vita, un cambio favorevole e il biglietto aereo non è poi così caro.

La seconda tappa è la Cina, che ha condizioni climatiche favorevoli, un rischio paese quasi nullo e un basso costo del biglietto aereo. E che dire dello Sri Lanka, già da tempo meta di turisti stranieri, l’isola più bella del mondo la definì Marco Polo quando vi approdò. Mare cristallino, spiagge che hanno poco da invidiare a quelle delle Maldive e strutture alberghiere ormai all’altezza. E anche per lo Sri Lanka i punti a favore sono il bassissimo costo della vita e un biglietto aereo che si può trovare facilmente a costo ridotto.

Chi non vuole allontanarsi molto, né indebitarsi per il costo del viaggio, può scegliere la Croazia, con le sue spiagge di incontaminata bellezza. Mljet, l’isola più a sud del Paese è un gioiello, circondata dalle acque più pulite al mondo. Deliziosa anche l’isola di Hvar piena di villaggi pittoreschi che profumano di lavanda. D’obbligo una visita a Zagabria, se amate girare tra i suoi vicoli pieni di negozietti e fare un salto al mercato di Dolac, il più grande mercato all’aperto di tutto il Paese. E poi c’è Dubrovnik, una bellezza fuori dal tempo, tanto è lì che la produzione ha scelto di girare la serie televisiva il “Trono di spade”. Basso il costo del volo e un rischio paese nullo, tra i più bassi in assoluto, come conferma il sito Viaggiare sicuri del ministero degli Esteri italiano.

Gli ultimi tre Paesi in classifica sono Canada, Gran Bretagna e Colombia. Il Canada perché tutto sommato ha un costo del biglietto aereo contenuto, un cambio favorevole e un rischio paese tra i più bassi. Certo non è per chi cerca il sole. Lì ad attirare sono i grandi spazi verdi, la natura incontaminata e salendo al Nord si può arrivare all’isola di Terranova e nei territori del Labrador, pieni di parchi naturali. E poi c’è Québec City, la città più antica di tutta l’America del Nord.

Nonostante il costo della vita elevato e gli attentati, il Regno Unito rimane una delle destinazioni preferite. A giocare a suo favore di quesi tempi è il cambio. Dopo il referendum sulla Brexit infatti, la sterlina ha continuato a perdere nei confronti dell’euro. Utima meta consigliata è la Colombia. Dopo la tregua siglata con i ribelli, la situazione del Paese è un po’ cambiata, grazie alla crescita economica e alla forte apertura al turismo. Una visita forse vale la pena visto che è l’unico Paese dell’America del Sud che si affaccia sui due oceani, oltre a essere considerata la culla di grandi civiltà. Ci sono poi le spiagge caraibiche dell’arcipelago del Rosario, sabbia bianca e finissima. I pregi dal lato economico? Un bassissimo costo della vita e condizioni climatica favorevoli d’estate. E se per alcuni Paesi il cambio e i costi aerei giocherebbero a loro favore, sono gli accresciuti rischi politici e dunque di sicurezza, a far sì che rimangano esclusi da questa classifica. Due per tutti, Egitto e Turchia”.

L’amore senza tempo 

Un amore ha tempo? Un amore davvero finisce?  Esistono tempi che l’amore detta?

La risposta, per me, è sempre uguale: no.

Quando inizia un amore, un vero amore lui non avrà fine, mai.

Un sentimento forte, un legame speciale, di quelli fatti di farfalle nello stomaco, di complicità, di odori, di affinità elettive, di canzoni sono cose che la memoria non perderà mai. 

Nè la memoria del cervello, nè soprattutto quella del cuore.

Quello che è stato, se veramente c’è stato, torna ancora e ancora nella mente, nelle emozioni, nei gesti.

 A volte basta passare da un luogo per risvegliare ricordi di un amore fa, una storia finita ma che non finirà mai. 

Resta incastrata negli abissi del cuore e spesso, perché basta poco, torna come un uragano a ricordarci bei momenti ma è ora che trova spazio la malinconia che ci ricorda invece quello che non c’è stato e che avremmo voluto, quello che non sarà, il futuro che non verrà.

Il rammarico torna a bussare alle nostre porte, eccome. Le butta giù.

Ma la vita è fatta anche di amori impossibili, non vissuti, amori mortificati e pieni di dolore.

Vi è mai capitato di pensare a quanti sposano l’amore della vita?

Perché tutti vorrebbero coronare un sogno così, ma in quanti ci riescono?

Non lo so, non so rispondere.

Però l’anima gemella esiste, capita di incontrarla, capita di incontrare la perfezione in amore.

Quando è puro caos. Quando ti senti impazzire. Quando scuote nel profondo e la sensazione è inebriante, sempre, ogni volta che lo vedi e non è mai abbastanza.

Uno di quegli amori che quando finisce prometti a te stessa di non amare mai più così perché così poi fa troppo male.

Quando succede noi riusciamo a tenercelo stretto per sempre?

Forse i grandi amori sono talmente grandi perché finiscono, perché la fine li consacra, li rende immemori.

Resta struggente e dolce al contempo il ricordo, con cui ci si culla nelle notti insonni, con cui alla radio mentre guidiamo danno quella canzone, con cui immaginiamo cosa sarebbe se di fianco ci sarebbe lui.

Finalmente un terremoto per i divorzi.

Mamma orgogliosa di Antonio e Anna. Mi occupo di comunicazione, faccio cose e vedo gente. Vivo a Roma, la città dove ho sempre sognato di avere casa

Un matrimonio può finire.
Ognuno ha le sue colpe, ognuno avrà conseguenze differenti, ognuno il suo percorso. Ma quando finisce, finisce. Stop. Fine. The end. Non so come meglio dire.

Eppure nonostante sia finita, anche da molti anni, nonostante i due vivano vite parallele che mai si rincontreranno, nonostante nulla li leghi, ne figli, ne beni, nonostante almeno uno dei due abbia creato un’altra famiglia con figli di cui prendersi cura LEI ( la ex) con tenacissima sfrontatezza chiede il mantenimento all’ex marito, nonostante ci sia il niente fra di loro.

 Lei (la ex, che se si chiama così ci sarà pure un perché!) pur non avendo figli con l’ex marito o beni in comune, pur lavorando, pur essendo giovane e in grado di badare a se stessa autonomamente chiede a voce di gallina ( come le vuoi chiamare queste che fanno vergognare il sesso femminile) al giudice, piangendo false, penose miserie di ogni sorta, di essere ancora mantenuta dall’ex marito. Una elemosina ufficiale.

Si insinua con prepotenza nella vita dell’ex senza ritegno, come se le spettasse di diritto, come un ladro che si infila nella casa di un altro, come se volesse vivere a tutti i costi una vita che non è più sua e non lo sarà mai e poi mai, con invidia, bruttura, bassezza che non conosce fondo, un profilo talmente basso che non trova una definizione, sembra non esistere per rappresentare tale volgarità. Soldi, tutto si riduce a soldi, a briciole, elemosina.

  Avete presente come si comporta il parassita? È esattamente lo stesso modus operandi, identico.

E allora la domanda davvero sorge spontanea : ma queste donne hanno una dignità? 

Ma queste donne hanno una morale? 

E la risposta è sempre NO.

 

E spesso si tratta delle stesse donne che si dicono femministe, che si fanno forti delle lotte di genere, che vogliono sentirsi equiparate in tutto e per tutto al sesso maschile.
È un fallimento tutto italiano, questo Paese non può ritenersi civile e moderno se concede ancora certi “diritti”( così si chiamano anche in questi casi?).

Pensare che questo teatrino ignobile sia supportato dalla legge italiana è ancora peggio. Perché ancora spesso ( purtroppo!) queste donne riescono ad ottenere il mantenimento dopo il divorzio. 

Ma, deo gratia, dopo ieri, dopo la pronuncia della Cassazione che dice STOP a questa indegna pratica lo stato delle cose cambia.
Per chiarire ogni dubbio, riporto testualmente dalla sentenza della Suprema Corte nella sentenza N.11504/17:
“Mantenimento non va riconosciuto a chi è indipendente economicamente”. Ovvero, possiede redditi, patrimonio mobiliare e immobiliare, “capacità e possibilità effettive” di lavoro personale e “la stabile disponibilità” di un’abitazione.
Ma la parte che in assoluto mi è piaciuta di più è quando ammette che i tempi sono cambiati:
“superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come sistemazione definitiva” perché è “ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile. 

Si deve quindi ritenere – conclude la Cassazione – che non sia configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell’ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale”. 

E io aggiungo: Amen!
Per cui: Ex mogli, fatevi una vita, è arrivato il momento di tornare sulla Terra e di andare a investire in dignità.

La verità, vi prego, sui VACCINI

Dal 24 al 30 Aprile si celebra la settimana mondiale delle vaccinazioni ed io voglio diffonde l’iniziativa con questa donna speciale.
Parla Flavia Bustreo, Vice Direttore dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), parla la più titolata a farlo, parla una scienziata, una studiosa, una che non racconta storielle o chiacchiere da bar ma riporta dati reali supportati da studi precisi, seri, validi.
Parla una che dovrebbero ascoltare tutti, soprattutto i genitori.
Ed è per questo che riporto su Mammewonderwomen uno dei suoi ultimi ed utilissimi scritti:
“I vaccini sono uno degli strumenti più efficaci a disposizione della sanità pubblica ed hanno permesso di raggiungere uno dei più grandi risultati in termini di contrasto alla mortalità infantile nel mondo.
Grazie agli sforzi di molti, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rispetto al passato oggi un numero maggiore di bambini vengono vaccinati e negli ultimi 2 secoli i vaccini hanno permesso di debellare malattie come il vaiolo, ridurre la mortalità infantile e sconfiggere la polio.
Purtroppo però ci sono ancora oggi paesi dove la vaccinazione non supera la quota dell’80%. A livello globale più di 19 milioni di bambini nel mondo non sono ancora pienamente protetti da malattie facilmente evitabili e 1,5 milioni di bambini ogni anno muoiono a causa di malattie prevenibili attraverso i vaccini.
Le ragioni del mancato accesso ai vaccini sono molteplici e molto spesso condizionate dal funzionamento dei sistemi sanitari, ma anche da situazioni di conflitto, emergenze, disastri naturali, che in troppe parti del mondo hanno come prima causa il collasso dei sistemi sanitari e l’impossibilità da parte delle popolazioni di accedere ai servizi sanitari nonché alle medicine, ivi compresi i vaccini.
Ma una delle recenti, e forse fra le più pericolose cause della riduzione della copertura vaccinale, è rappresentata da quella che viene definita “vaccine hesitancy”, dalla quale deriva la decisione di posticipare o rifiutare del tutto i vaccini, nonostante questi siano a disposizione. Nel momento stesso in cui i genitori decidono di non vaccinare i loro figli, vi è il rischio che malattie fino ad ora sotto controllo, tornino in maniera più ampia e rapida. Ad esempio, solo poche settimane fa, il ministro della sanità della Romania ha riferito che 17 bambini sono morti in un’epidemia di morbillo che ha infettato migliaia di persone, la maggior parte delle quali vivono in aree dove la copertura vaccinale risulta essere troppo bassa.
In Italia i dati del 2014 confermavano un calo delle vaccinazioni che si registrava già a partire dal 2012 e purtroppo oggi appare chiaro che non si trattava di una flessione temporanea, ma di una tendenza che sembra consolidarsi di anno in anno.
Il morbillo che si credeva ormai debellato grazie alle vaccinazioni, torna a destare preoccupazione in Italia. In base agli ultimi dati a disposizione sull’incidenza delle principali malattie prevenibili dai vaccini nel periodo marzo 2016 – febbraio 2017, risulta allarmante il rapido trend di crescita dei casi italiani di morbillo: si passa dai 265 a gennaio 2017 ai 419 registrati a febbraio. Nel dicembre 2016 i casi erano solo 90.
Dei 6186 casi registrati in tutta la regione europea, quelli italiani rappresentano da soli oltre il 22% del totale.
In totale in Italia nell’ultimo anno si sono registrati 1387 casi di morbillo. È il numero più alto in Europa, secondo solo al dato della Romania (2702 infezioni) e ben superiore a quello di altri paesi: 365 in Germania, 145 in Polonia, 126 in Francia, 105 in Svizzera, 92 in Belgio, 89 in Austria, solo per citare quelli con le maggiori incidenze.
Non bisogna creare allarmismo, ma bisogna rendere la popolazione consapevole dei rischi a cui si va incontro, e fare della “buona informazione”. È un fenomeno infatti legato alla disinformazione, attraverso la circolazione di dati che non hanno alcun fondamento scientifico. È ora di tornare a promuovere con efficacia e determinazione i benefici della vaccinazione nel modo più ampio e chiaro possibile.
Per raggiungere, informare correttamente genitori, infermieri, lavoratori sanitari, mass media e decision makers e rafforzare la conoscenza dell’importanza e del valore delle vaccinazioni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito nell’aprile 2010 la Settimana Mondiale delle Vaccinazioni.
Anche quest’anno, dal 24 al 30 aprile, l’OMS promuove la Settimana Mondiale delle Vaccinazioni attraverso la quale vogliamo passare cinque messaggi chiari:
L’immunizzazione attraverso lo strumento dei vaccini è il modo più sicuro per proteggerci dalle malattie;

Anche quando si crede che il rischio d’infezioni sia basso, è sempre meglio essere vaccinati;

I vaccini combinati sono sicuri e vantaggiosi;

Non c’è nessuna correlazione tra vaccini e autismo;

Se smettiamo di vaccinarci, malattie mortali debellate ritorneranno.

L’OMS mette anche a disposizione della popolazione tutte le informazioni necessarie in relazione alla sicurezza dei vaccini, anche attraverso un apposito network, il Vaccine Safety Net, on line già dal 2003, che vuole essere uno strumento proprio per le famiglie, il personale sanitario, e la popolazione in generale per conoscere l’utilità dei vaccini, ed i loro effetti, e soprattutto per applicare un approccio scientifico alla questione della loro sicurezza.
L’OMS sta lavorando con i paesi europei per raggiungere i principali obiettivi dell’European Vaccine Action Plan, tra cui:
Il raggiungimento dei target di copertura vaccinale all’interno della Regione europea;

Il rafforzamento e il raggiungimento della sostenibilità finanziaria dei programmi nazionali di immunizzazione;

Debellare morbillo e rosolia, e controllare diffusione dell’epatite B;

Impedire il ritorno della poliomielite nella Regione europea;

Prendere decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche in termini di introduzione di nuovi vaccini.

Se lasciamo che la disinformazione provochi degli effetti negativi sui programmi nazionali di vaccinazione laddove si era raggiunto un buon livello di copertura vaccinale, e non diamo un sostegno ai programmi di vaccinazione, soprattutto nei paesi più poveri, il risultato porterà alla perdita di vite, specialmente di bambini e giovani, cancellando tutti i successi raggiunti in termini di salute pubblica mondiale. I vaccini funzionano, i vaccini sono fondamentali per la salute pubblica mondiale”.

L’amore della tua vita nel momento sbagliato 

” Tante storie d’amore finiscono. Il tempo cura tutto e lascia posto a relazioni nuove. Ci sono alcuni amori, però, che non si esauriscono mai completamente: gli amori giusti nati al momento sbagliato.

A raccontarli, sul giornale online dedicato ai Millennials “Elite daily”, l’attrice, scrittrice e filmmaker Lauren Skirvin. La sua è una riflessione sentita e commovente sulla forza di un sentimento che il tempo mette da parte ma il cuore non lascia mai andare davvero.
Lontano dalle storie passeggere, dalle avventure, dalle esperienze, esistono amori che squassano e sconvolgono, da cui, per Skirvin, non si recupera mai del tutto.
Ma come descrivere la nuova vita che una rottura come questa impone? 
Su Elite Daily, Lauren Skirvin parla di “purgatorio dell’amore”.
Questione di tempi, d’equilibrio, di impegni. Variabili che, in una vita, contano non poco. E infatti determinano il destino di una relazione.
 Il “purgatorio dell’amore” è sedersi in attesa di un ritorno, cercare distrazioni per andare avanti, forzarsi a incontrare qualcun altro nella convinzione che possa funzionare. 
Ma non è lui, non è lei, non è mai chi dovrebbe essere. E ci si sentirà così una, due volte al massimo in un’intera vita, senza nemmeno saperlo spiegare agli amici, senza saperlo descrivere a chi è arrivato all’amore percorrendo una strada dritta, facile e serena. 
Se il tempo è il problema, l’unica soluzione è nel tempo stesso. Perché “ci si incontrerà una seconda volta”. 

Per forza, come nei film. 

Nel frattempo, sarà solo una sfiancante attesa, un purgatorio di malinconia e distrazioni”. (H.P. Italia)

Oppure no, non ci rincontreremo più, avremo un’altra vita, un altro amore ma il ricordo malinconico e a tratti struggente di quello che sarebbe potuto essere, della perfezione che avremmo potuto vivere, della passione prima provata, poi maltrattata e buttata via ci accompagnerà per sempre come un grosso, enorme rimpianto.

Un amore può durare per sempre, anche oltre la morte.

Dopo 77 anni di vita insieme lui non riesce a lasciare andare sua moglie: la foto che commuove la rete.
“Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell’eternità”, scriveva nel 1926 Khalil Gibran nella raccolta .

È un aforisma che racconta la profondità di questa splendida fotografia.

100 anni lui e 96 anni lei. 
I due innamorati sono stati fotografati dalla nipote mentre si tengono la mano qualche ora prima della morte dell’anziana. Sono stati sposati per 77 anni. Avvolto in una copertina con stampata più volte la parola “amore”, l’anziano ha accompagnato per mano sua moglie alla fine della sua esistenza. 

“So che sono i miei nonni – scrive la nipote RealLiveGirl, – ma questa fotografia è davvero la cosa più triste e dolce che io abbia mai visto”. 
L’immagine ha raggiunto presto anche il cuore del web. 
“Mi dispiace per la vostra perdita. Anche se credo che questo sia un modo ‘grandioso’ di andarsene. Stringendo la mano di tuo marito, in un letto caldo, presumibilmente con i tuoi cari intorno. Affetto per tuo nonno che ha perso la sua amata”, commenta un utente; “Considerando tutte le cose brutte del mondo, sono contento che questa immagine mi abbia ricordato l’esistenza di tante altre cose belle”, aggiunge un altro. 
Non manca però chi considera inopportuna la condivisione di questa immagine su Internet. “Momenti privati in famiglia? Chi ne ha più bisogno?”, scrive sarcasticamente un utente; “Nonna, nelle tue ultime ore eri così dolce. Ho avvertito l’esigenza di condividere la tua foto con il mondo”, interviene un utente con un commento dello stesso tenore.
Tuttavia, la maggior parte degli utenti ha apprezzato questa immagine e il suo significato, ammirando il grande amore provato dai due anziani.
E da qui scaturisce una grande riflessione: quella del senso della vita…..
(Da H.P. Italia)

La stanchezza della vita. Spesso basta solo attendere.

Arriva sempre un momento nella vita in cui ci sentiamo stanchi e non è poca cosa.
Stanchi di dare, di combattere, di provare, di resistere, di andare avanti anche solo per inerzia.

 Un momento in cui, delusi e affranti, non abbiamo più né la forza, né tantomeno la voglia di provare a cambiare il corso delle cose.

Poi ti capita di leggere Lei, questa illuminante giornalista che ci apre gli occhi e ci da un vero scossone.

 Questa giornalista del sito thoughtcatalog.com, in un blog dice che questi momenti possono essere semplicemente “assecondati”, vissuti, capiti.
“So cosa vuol dire sentirsi stanco – e non solo in senso fisico. Il mondo in cui viviamo è un luogo estenuante. È usurante. È ingrato. È una ricerca senza fine e poco gratificante. Sei stanco, semplicemente perché ci vivi. Sei stanco di amare troppo, di preoccuparti troppo, dando troppo ad un mondo che non dà mai nulla in cambio. Sei stanco di investire in esiti indefiniti. Sei stanco delle incertezze”.
Questa stanchezza non è caratteriale. Perché probabilmente un tempo siamo stati animati dalle più vive intenzioni, carichi di speranze e fiducia nel futuro, dice la blogger. Eppure la vita ci ferisce e queste ferite, l’una sull’altra, sanguinano e ci impediscono di ricominciare il cammino.
“La verità è che siamo tutti stanchi. Ognuno di noi. Da una certa età in poi, non siamo altro che un esercito di cuori spezzati e di anime dolenti, alla disperata ricerca di realizzazione. Vogliamo di più, ma siamo troppo stanchi per chiederlo. Siamo stufi di dove siamo, ma siamo troppo spaventati per ricominciare. Abbiamo bisogno di rischiare, ma abbiamo paura di guardare crollare tutto ciò che ci circonda. Dopo tutto, non siamo sicuri di quante volte saremo in grado di ricominciare da capo.”
Ma è proprio in questi momenti che non bisogna mollare, ma neanche pretendere, ci consiglia la giornalista, di ottenere subito dei risultati. Perché questo è il fallimento più grande che ci fa perseverare in questo senso di cronica stanchezza: l’insoddisfazione da mancata realizzazione immediata.
“Tutti noi ci scoraggiamo. Ma dobbiamo lavorare su questi sentimenti. Solo perché sei logoro e insoddisfatto della vita che stai vivendo non significa che non stai facendo un cambiamento. Ogni persona che abbia mai ammirato ha avuto momenti in cui si è sentita sconfitta nel perseguimento dei suoi sogni. Ma questo non le ha impedito di raggiungerli”.

“Alcune cose nella vita accadono in silenzio. Accadono lentamente. Accadono a causa delle piccole scelte attente che facciamo tutti i giorni, che ci trasformano in versioni migliori di noi stessi. Dobbiamo lasciarci il tempo che quelle alterazioni accadano. Per vederle evolvere”, dice la giornalista.
Perciò, conclude, “quando sei stanco, vai piano. Vai adagio. Procedi timidamente. Ma non fermarti. […] Sei stanco perché stai facendo un cambiamento. […] Sei stanco perché stai crescendo. E un giorno quella crescita cederà il passo al rinnovamento di cui hai bisogno”.