Tre mesi di vacanza sono tanti, più di qualcuno sostiene che sono troppi.
C’è una richiesta che diventa sempre più insistente: aprire le scuole anche durante l’estate.
Lo chiedono a gran voce tanti genitori alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che risponde che rivoluzionerà il mondo della scuola.
E gli italiani, tutti, sperano in questa rivoluzione.
Si, perché quando finisce la scuola è davvero complicato gestire la quotidianità dei propri figli specialmente quando non si hanno le possibilità economiche.
Le famiglie italiane sono le uniche in Europa a dover fare i conti con tre mesi di vacanza dalla scuola.
Mamma e papà devono continuare ad andare a lavoro e i bambini cosa fanno? Certamente non possono restare a casa soli, abbandonati a se stessi a fare chissà cosa.
Scatta così, come ad ogni mese di Giugno, il toto-programma: baby-sitter, campi estivi, settimane nei circoli sportivi, stage all’estero, corsi di ogni genere.
E si tratta di costi non indifferenti, anzi.
Quante famiglie se lo possono permettere?
Io rispondo con certezza: di questi tempi pochi, pochissimi.
È per tale ragione che i genitori italiani hanno letteralmente subissato di mail la ministra dell’ Istruzione per tenere aperte le scuole d’estate. E lei prontamente ha risposto: “Stiamo studiando un piano per programmare l’apertura delle scuole italiane durante i tre mesi estivi, in supporto alle famiglie. Si parte l’anno prossimo “.
È una risposta che tutte le mamme e i papà si aspettavano anche se qualche insegnante non è d’accordo convinti che la scuola non ha un compito ricreativo ma educativo.
Certo è che se il programma della ministra va in porto sarà una vera rivoluzione, una prima volta eccezionale, nessuno prima di lei c’era riuscito.
Io, da mamma, mi trovo pienamente d’accordo con l’istanza dei genitori italiani e con la straordinaria proposta della ministra Fedeli.
Innanzitutto perché trovo giusto che il governo dia una risposta concreta ad un bisogno urgente delle famiglie italiane che devono organizzare per un tempo davvero troppo lungo, direi infinito, della chiusura delle scuole la vita dei propri figli. Tre mesi di vacanza non sono più possibili per le esigenze della famiglia italiana, che come altri ambiti della società evolve i propri aspetti e necessità.
Spessissimo entrambi i genitori lavorano e anche se la mamma fa la casalinga nessuno può permettersi, con la crisi economica che contraddistingue i nostri tempi, neanche un mese intero di vacanza. Spesso, infatti, si è costretti a restare anche il mese di agosto in città e la vacanza si riduce ad una settimana o poco più.
Inoltre, tre mesi sono troppi anche per l’interruzione dell’apprendimento a cui, invece, bisogna dare continuità e contributo anche per l’arricchimento del curriculum vitae.
E l’organizzazione di tutto ciò è più semplice di quello che può sembrare.
Basterebbe, ad esempio, fare convenzioni con piscine, centri sportivi, ecc. Gli insegnanti potrebbero dare il proprio contributo a turno insieme ai tirocinanti, agli universitari, agli animatori.
Insomma, non c’è bisogno di un miracolo per cambiare lo stato delle cose, basta volerlo, basta semplicemente e banalmente organizzarsi.
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